Telethon, finanziati progetti di ricerca per altri 5 milioni di euro

Telethon, finanziati progetti di ricerca per altri 5 milioni di euro

A due ricercatori del Tigem di Pozzuoli (Ballabio e Auricchio) due Advanced Grant di 2,5 milioni di euro ciascuno

Si conferma nuovamente l’eccellenza nella ricerca sulle malattie genetiche rare di Fondazione Telethon, con l’assegnazione da parte dello European Research Council (ERC) di due Advanced Grant ai ricercatori del TIGEM di Pozzuoli Andrea Ballabio, direttore dell’Istituto, e Alberto Auricchio, coordinatore dell’area di Terapia molecolare, di 2,5 milioni di euro ciascuno. Entrambi salgono così a quota tre in termini di grant ERC vinti nel corso della loro carriera, un successo che possono vantare in pochi, meno dell’1% di tutti i ricercatori che ad oggi hanno vinto questo tipo di finanziamenti. In particolare, gli ERC Advanced Grant sono i finanziamenti più consistenti assegnati dallo European Research Council e hanno un valore fino a 2,5 milioni di euro per 5 anni, caratteristica che li rende non solo difficili da ottenere, ma anche molto prestigiosi. Quest’anno, su 1.647 progetti presentati in tutti i diversi ambiti di ricerca – tra cui le scienze della vita – solo 218 hanno ottenuto un finanziamento, il 13,2%. Tra i 218 ricercatori che hanno ottenuto l’ERC quest’anno ben 21 sono italiani (quasi il 10%), ma solo 14 lavorano effettivamente in Italia.

In particolare, INCANTAR ed EXPEDITE sono i nomi dei progetti che saranno portati avanti grazie a questo finanziamento, rispettivamente, da Andrea Ballabio e Alberto Auricchio. INCANTAR studierà un gruppo di malattie genetiche ereditarie, come la sindrome di Birt-Hogg-Dubé e la sclerosi tuberosa, caratterizzate da un rischio aumentato di sviluppare tumori, per esempio a livello del rene e del cervello. Il progetto mira a identificare i meccanismi con cui si sviluppano questo tipo di tumori, nuovi bersagli terapeutici e nuovi farmaci per trattarli, utili anche per altri tipi di cancro. EXPEDITE si concentrerà invece sullo studio di nuove piattaforme di terapia genica, basate sull’editing genetico, che permettano di superare alcuni limiti di quella attuale, ampliando così lo spettro di malattie, genetiche e non, trattabili con questo tipo di approccio.

In media, ogni anno ottengono il finanziamento solo il 10% dei ricercatori che partecipano ai principali bandi ERC (starting, consolidator o advanced). Non solo: di questo gruppo ristretto di scienziati di valore, meno dell’1% è mai riuscito a ottenere tre finanziamenti come è successo ad Andrea Ballabio e Alberto Auricchio. Questo risultato, oltre a rappresentare un importante riconoscimento professionale per i vincitori, è anche una conferma della capacità di Fondazione Telethon di attirare i migliori ricercatori italiani e internazionali nei propri Istituti di ricerca. Il TIGEM ha infatti ottenuto, dal 2007 al 2022, più di 16 milioni di finanziamenti dall’ERC, circa 10 milioni in più della media italiana. In particolare, quest’anno dei cinque progetti Advanced vinti in Italia nell’ambito delle Scienze della Vita, due si svolgeranno all’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli.

“La divulgazione dell’esito dei bandi ERC è spesso accolta nel nostro Paese con commenti di legittimo sconforto per la quota relativamente esigua di progetti vinti da istituzioni italiane, nonostante la grande quantità di ricercatori italiani che accedono a questa prestigiosa opportunità di finanziamento lavorando, però, all’estero – dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – Sappiamo che il nostro limite non è certo la carenza di talenti, piuttosto lo è l’assenza di un sistema che abiliti l’eccellenza. Nel complimentarmi con Andrea Ballabio e Alberto Auricchio per questo risultato, vorrei anche invitare a una riflessione sull’Istituto Telethon di Genetica e Medicina, che questi due brillanti scienziati hanno contribuito a far crescere insieme ai colleghi che in questi anni hanno realizzato ricerche altamente competitive a livello mondiale, anche con importanti ricadute in termini di strumenti diagnostici e terapeutici. Credo che analizzare le caratteristiche dell’Istituto, delle sue strategie e del suo metodo di lavoro e di reclutamento dei ricercatori italiani e stranieri che vi operano potrebbe fornire spunti utili nella costruzione di un sistema italiano della ricerca”.