È quanto emerge dall’indagine economica sul mercato immobiliare in Italia della Banca d’Italia, che spiega come abbiano prevalso i giudizi di stabilità (espressi dal 65 percento degli agenti), mentre la percentuale degli operatori che ha segnalato un aumento dei prezzi ha continuato a ridursi, scendendo al nove percento, circa 15 punti percentuali in meno rispetto al massimo registrato nel primo trimestre del 2022, rispetto al 25 percento degli operatori che rileva una diminuzione.
L’81 percento delle vendite ha coinvolto immobili preesistenti. Circa il 40 percento delle case vendute sono piccole (meno di 80 m^2). Gli immobili con una classe energetica inferiore (FG) hanno rappresentato quasi il 43 percento del totale delle transazioni e poco meno dei due terzi di quelle nelle aree urbane. Nelle aree non urbane, invece, una quota maggiore di vendite (40 percento) ha riguardato proprietà con una classe energetica superiore (AE). La quota di agenti che sperimenta un calo delle nuove assegnazioni è rimasta prevalente e superiore al 29 percento venduto rispetto al periodo precedente. Allo stesso tempo, il saldo negativo tra i giudizi di aumento e diminuzione del numero di potenziali acquirenti si è ampliato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sebbene attenuandosi rispetto ai tre mesi precedenti (-15 punti percentuali, da -20 nel quarto trimestre del 2022 e -40 nel terzo del 2023).