Fernando Alonso ha le idee chiare: vuole appendere il casco al chiodo con la consapevolezza di essere il migliore, e con la percezione che anche una buona parte del pubblico, “almeno un 30 o 40%”, la pensi allo stesso modo. Il pilota asturiano punta a chiudere la sua storica carriera in Formula 1 al vertice, indicando il 2026 come un anno “probabile” per il suo ritiro, a condizione che la sua Aston Martin sia competitiva. Ma mentre il futuro regolamento promette di riscrivere le leggi della velocità, un record quasi decennale sul circuito di Baku sembra destinato a rimanere imbattuto.
Un’eredità che va oltre i numeri
Nonostante un palmarès eccezionale che conta 32 vittorie, 22 pole position, oltre 100 podi e due titoli mondiali, le statistiche non rendono piena giustizia al talento di Fernando Alonso. Per oltre vent’anni, ha gareggiato ai massimi livelli nella categoria automobilistica più esigente e competitiva del pianeta, spinto da una convinzione incrollabile: dare sempre il massimo, indipendentemente dalla posta in gioco. Questa tenacia, unita al rifiuto della resa e al desiderio costante di tornare a vincere, lo ha consacrato come uno dei più grandi di tutti i tempi, anche senza le cifre stratosferiche di altri campioni. Anche se la fase finale della sua carriera è ormai un’inevitabile realtà, le sue prestazioni restano eccellenti e l’obiettivo è uno solo. “Voglio lasciare la Formula 1 sentendomi il migliore e andarmene al top”, ha dichiarato Alonso in un’intervista esclusiva.
Il progetto Aston Martin e l’orizzonte 2026
Il futuro di Alonso è legato a doppio filo con il progetto Aston Martin e le nuove regole del 2026. L’asturiano ha aperto alla possibilità che quella sia la sua ultima stagione, a patto di avere tra le mani una vettura in grado di lottare per la vittoria. Tuttavia, è consapevole che le maggiori opportunità per il team potrebbero arrivare negli anni successivi, con una maggiore stabilità tecnica e l’apporto di figure chiave come Adrian Newey. Per questo non esclude di proseguire oltre: se la AMR26 non dovesse funzionare, potrebbe restare un altro anno per chiudere la carriera con un risultato positivo. “So di avere più possibilità di fare bene nel 2027 o 2028, quando il gruppo tecnico sarà più consolidato. Ma devo valutare la situazione. Se la macchina andasse bene, è probabile che il 2026 sia il mio ultimo anno”, ha precisato.
Baku, il tempio della velocità e il record di Bottas
Mentre i team lavorano al futuro, il presente della Formula 1 fa tappa a Baku, il circuito delle velocità di punta più elevate, superando persino Monza. Il merito è del suo impressionante rettilineo di 2,2 chilometri, il più lungo del mondiale. Qui, nel 2016, Valtteri Bottas raggiunse la sbalorditiva velocità di 378 km/h al volante della sua Williams, un record che a quasi un decennio di distanza appare inavvicinabile. Si trattò di un dato registrato dalla telemetria del team, poiché il rilevamento ufficiale (“speed trap”) era posizionato in un punto meno favorevole. Quel primato superò quello storico di Juan Pablo Montoya, che nel 2005 a Monza toccò i 372,5 km/h.
Perché quel record è quasi imbattibile oggi?
L’inarrivabilità del record di Bottas si spiega con l’evoluzione della filosofia progettuale delle monoposto. Da tempo si è imposta la “strategia Newey”, secondo cui le gare si vincono migliorando la velocità in curva piuttosto che quella sul dritto. Una maggiore velocità di percorrenza significa frenare meno e per meno tempo, per poi accelerare da una base di velocità più alta in uscita di curva. Di conseguenza, le velocità massime sui rettilinei sono oggi generalmente inferiori rispetto a un decennio fa sulla maggior parte dei circuiti.
Le future monoposto del 2026, con aerodinamica attiva per ridurre la resistenza all’avanzamento (il “drag”) e una sezione frontale ridotta, potrebbero teoricamente avvicinarsi a tali velocità, mantenendo una potenza di circa 1000 CV. Tuttavia, un’affermazione di Toto Wolff su un potenziale di 400 km/h è stata accolta con scetticismo nel paddock. Il regolamento, infatti, prevede che la potenza elettrica inizi a diminuire progressivamente oltre i 320-350 km/h, impedendo di fatto di disporre della piena potenza per l’intera lunghezza del rettilineo e rendendo quasi impossibile raggiungere simili traguardi.